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3 parametri per l’equilibrio dell’acqua

Mantenere l’equilibrio dell’acqua in piscina è fondamentale per garantire non solo un’esperienza di nuoto confortevole e sicura, ma anche per preservare la durata e l’efficienza dell’impianto. Un’acqua ben equilibrata previene problemi come la corrosione, l’incrostazione e la proliferazione di batteri o alghe, migliorando così la qualità complessiva della piscina. Tra i molti parametri che devono essere monitorati, ce ne sono tre che svolgono un ruolo cruciale: pH, alcalinità totale e durezza del calcio. Vediamo nel dettaglio l’importanza di ciascuno e come mantenerli ai livelli ottimali.

1. pH: Il punto di partenza per un’acqua equilibrata

Il pH misura l’acidità o la basicità dell’acqua su una scala da 0 a 14, dove 7 rappresenta il valore neutro. Per le piscine, il valore ottimale del pH si trova tra 7,2 e 7,6. Questo intervallo è cruciale per mantenere il comfort dei bagnanti e garantire l’efficacia dei prodotti chimici, come il cloro.

  • pH basso (<7,2): L’acqua diventa acida, causando irritazioni a occhi e pelle. Inoltre, l’acidità può corrodere parti metalliche della piscina, come pompe e scalette, accelerando l’usura dell’impianto.
  • pH alto (>7,6): L’acqua diventa basica, riducendo l’efficacia del cloro e favorendo la formazione di incrostazioni calcaree. Questo può portare a superfici scivolose e a un aspetto torbido dell’acqua.

Il monitoraggio regolare del pH è essenziale per mantenere il corretto equilibrio chimico e garantire una piscina sicura e piacevole.

2. Alcalinità totale: Il cuscinetto dell’acqua

L’alcalinità totale misura la capacità dell’acqua di resistere alle variazioni di pH e agisce come un “tampone” per prevenire sbalzi improvvisi del pH. Un livello corretto di alcalinità totale dovrebbe essere compreso tra 80 e 120 ppm (parti per milione).

  • Alcalinità bassa (<80 ppm): L’acqua diventa instabile e il pH può fluttuare bruscamente, rendendo più difficile mantenerlo nei valori ottimali. Questa instabilità può portare alla corrosione delle superfici e alla riduzione dell’efficacia dei prodotti chimici.
  • Alcalinità alta (>120 ppm): Può causare incrostazioni calcaree, rendendo l’acqua torbida e favorendo il deposito di calcare sulle superfici e nelle tubature.

Mantenere l’alcalinità nei livelli corretti è importante per stabilizzare il pH e prevenire problemi legati alla qualità dell’acqua.

3. Durezza del calcio: Un equilibrio da preservare

La durezza del calcio indica la quantità di ioni di calcio disciolti nell’acqua. Il livello ottimale per le piscine dovrebbe essere compreso tra 200 e 400 ppm. Se la durezza del calcio non è correttamente bilanciata, può causare vari problemi.

  • Durezza del calcio bassa (<200 ppm): L’acqua diventa corrosiva, erodendo superfici come piastrelle, malte e altri materiali, soprattutto in piscine con rivestimenti in cemento o piastrelle.
  • Durezza del calcio alta (>400 ppm): L’acqua diventa troppo “dura”, favorendo la formazione di incrostazioni calcaree che possono danneggiare tubature, riscaldatori e altre attrezzature, oltre a rendere l’acqua torbida e sgradevole al tatto.

Controllare e regolare la durezza del calcio è essenziale per mantenere la struttura della piscina in buone condizioni e garantire un’acqua cristallina.

Conclusioni

Il corretto equilibrio dell’acqua in piscina dipende dal monitoraggio costante e dalla regolazione di pH, alcalinità totale e durezza del calcio. Questi tre parametri lavorano insieme per garantire la sicurezza, l’efficacia dei prodotti chimici e la conservazione delle strutture. Un’acqua equilibrata riduce la necessità di interventi correttivi costosi e migliora l’esperienza complessiva dei bagnanti. Pertanto, è fondamentale effettuare test regolari e intervenire prontamente con i giusti correttivi chimici per mantenere l’acqua della piscina sempre nelle condizioni ideali.

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